l’economia ha preso il timone del servizio sanitario

economia e sanità

sabato 2 05 2020

L’economia ha preso il timone della sanità

Se L’Europa fosse stata concepita anche come allineamento dei servizi essenziali offerti alla popolazione, sarebbe emerso che vi erano grandi differenze nel numero di posti letto ospedaliero per abitante.

Nel 2017 infatti Al primo posto c’era la Germania (8/1.000), Bulgaria (7,5/1.000) e Austria (7,4/1.000). Agli ultimi Italia (3,2/1.000) Svezia (2,2/1.000), Regno Unito (2,5/1.000) e Danimarca (2,6/1.000). La media dell’Unione europea è vicina a 5 ogni 1.000 abitanti.

L’età media in Italia anno 2019 è di anni 44,9 la popolazione conta 60,48 milioni di cittadini, i posti in Terapia Intensiva sono 5000 circa. Quindi un posto letto di terapia intensiva ogni 12.000 abitanti.

L’età media Germania anno 2019 è di anni 44,36 la popolazione conta 82,18 milioni di cittadini i posti in terapia intensiva sono 28.000 circa. Quindi un posto di terapia intensiva letto ogni 2.935 abitanti.

E’ certo che il rapporto tra posti letto intensivi dell’Italia è nettamente sfavorevole rispetto a quello della Germania, l’Italia quindi non è il posto migliore per finire in ospedale.

Un dossier del 2019 della Fondazione Gimbe ha analizzato i tagli al settore sanitario avvenuti tra il 2010 e il 2019, pari a circa 37 miliardi di lire. In altre parole, in dieci anni la spesa pubblica sanitaria è passata da 105,6 miliardi di euro a 114,4 miliardi, aumentando dello 0,8% ogni anno. Con un tasso d’inflazione che aumentava dell'1,07% all'anno. Quindi la spesa sanitaria diminuiva progressivamente.

Mario Monti ha guidato la partenza del processo e Lo ribadisce un dossier intitolato “La spending review sanitaria”, risalente allo scorso 4 marzo e pubblicato dagli uffici della Camera.

il Rapporto Giarda, del 2012, forniva una utile analisi delle diverse tipologie di inefficienza e degli aspetti critici che caratterizzano la struttura della spesa pubblica, ma non prospettava proposte per interventi specifici. l’obiettivo, era quello di stimolare la dialettica tra le strutture di Governo competenti sulle procedure di spending review.

Si parte quindi con il Salva Italia, seguito dalla Spending review del 2012.

Uno dei punti cruciali riguarda il taglio dei posti letto, i quali devono passare da un massimo di 4 per ogni mille abitanti a un massimo di 3,7- uno 0,3% che avrebbe potuto comportare la riduzione di 20 mila posti letto.

I governi Letta, Renzi, Gentiloni non hanno introdotto alcuna inversione di tendenza per risollevare le sorti della sanità. Renzi introdusse la legge di Stabilità 2015, con la quale chiese alle Regioni 4 miliardi di contributo per lo stato. Le Regioni decisero di rettificare l’aumento di due miliardi di euro per le spese sanitarie promessi da Renzi.

I tagli successivi hanno riguardato le spese relative ai dispositivi di protezione sanitaria. La spending review attuo’ il passaggio dal 5,2% del 2012 del totale del finanziamento del sistema sanitario nazionale a carico dello Stato, al 4,8% del 2013, al 4,4% del 2014…

Il governo Conte con l'introduzione di Quota 100 ha consentito a un numero elevato di medici di poter andare in pensione compromettendo i livelli minimi di assitenza.

Riassumendo, l’allineamento ai parametri di spesa imposti dalla Comunità Europea ha stimolato i nostri tecnici e i governi che si sono succeduti dal 2012 ad oggi, a ridurre drasticamente l’ivestimento nella sanità pubblica, inoltre È mancato un sistema di incentivi per stimolare il sistema a orientarsi verso una qualsiasi forma previdenziale alternativa. La spending review veniva vissuta come tagli ai budget con poca trasparenza nei confronti degli stakeholders. Infine i tagli sono sempre stati caratterizzati da azioni nel brevissimo periodo.

In ogni caso ora ci troviamo a gestire un sistema che offre un servizio sanitario ai cittadini di buona qualità ma assolutamente inadeguato in termini numerici. Gli stessi ospedali sono concepiti per un servizio ordinario ma assolutamente non in grado di rispondere in caso di eventi straordinari, questo lo si legge dalla dimensione delle camere, dei corridoi, dagli spazi esterni che non sono in grado di accogliere un numero di pazienti derivato da una qualsiasi calamità o epidemia.

Gli ospedali del dopoguerra erano nati sulle ceneri di esperienze tragiche, quelli attuali sono nati dal principio di riduzione di spesa. Tornerei a definire l’assistenza sanitaria col termine di servizio sanitario superando il concetto attuale di azienda sanitaria.

Arch. Stefano Menotti Colucci

HEALTH CARE MAGAZINE